Il 23 giugno 2016 si terrà nel Regno Unito un importante referendum per decidere se il Paese debba rimanere nell’Unione Europea o lasciarla, tema che è stato chiamato “Brexit” (“Britain exit”).
Il referendum fu promesso da Cameron durante la campagna elettorale nel 2015, che dichiarò che se sarebbe stato rieletto avrebbe organizzato una consultazione popolare a favore della permanenza o meno dell’Regno Unito in UE e che sarebbe stato lui stesso sostenitore dell’uscita dall’Unione a meno che le autorità europee non avessero accolto le sue richieste su vari temi di politica estera ed economica. Buona parte delle richieste (soprattutto in materia di sussidi, moneta unica, politica estera ed immigrazione) formulate da Cameron sono state concesse dai leader dell’UE e quindi Cameron si è schierato a favore della necessità di rimanere all’interno dell’UE.
Parti favorevoli a che il Regno Unito resti nell’UE:
Cameron e la maggior parte dei suo ministri sono favorevoli, però il Partito conservatore ufficialmente si è dichiarato neutrale sul tema, lasciando libertà di voto ai suoi elettori. Il Partito Laburista, il Partito Nazionale Scozzese, il Partito del Galles e i Liberal Democratici stanno facendo attivamente campagna contro la Brexit. Anche molti leader europei si sono dichiarati contrari all’uscita del Regno Unito dall’Unione.
Parti contrarie a che il Regno Unito resti nell’UE:
Lo UKIP è il partito che sostiene più di tutti la necessità di uscire dall’Unione Europea. Il Partito Conservatore è diviso al suo interno, con circa metà dei parlamentari e cinque ministri del governo favorevoli all’uscita; favorevoli a Brexit ci sono anche alcuni esponenti politici del Labour e del Partito Unionista Democratico.
Ragioni pro e contro:
Le ragioni favorevoli e contrarie al referendum sono molteplici, molti analisti sono però concordi nel dire che l´uscita dall’UE potrebbe avere gravi conseguenze economiche e commerciali per il Regno Unito. L’OCSE, organizzazione internazionale di studi economici, ha tra l’altro, pubblicato uno studio che sostiene che l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea avrebbe conseguenze
negative per l’economia britannica, con ricadute economiche nei restanti Paesi Ocse, in particolare per quelli europei e avrebbe inoltre. conseguenze analoghe a una tassa sul PIL, imponendo un costo persistente e crescente sull’economia che non verrebbe sostenuto se il Regno Unito restasse nell’UE.
Cosa succederebbe se vince Brexit?
Il referendum non ha quorum è di tipo consultivo e non è legalmente vincolante. In linea del tutto teorica, se vincesse la Brexit, il Parlamento potrebbe quindi intervenire per approvare una legge che impedisca l’uscita dall’Unione Europea. Per uscire dall’UE, il Regno Unito dovrà ridiscutere tutti i Trattati e concordare le condizioni per il suo ritiro, processo che richiederà alcuni anni di lavoro.
In questo periodo di tempo, il Regno Unito sarà formalmente parte dell’UE, ma non potrà partecipare alla creazione di nuove regole e leggi in ambito europeo.
Non ci sono precedenti, se vincesse Brexit e il Parlamento britannico desse seguito alla consultazione il Regno Unito sarebbe il primo Stato membro ad abbandonare l’Unione.
Beatrice Pesce
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